Voucher Lavoro: le nuove regole e il limite annuo 2017

Voucher Lavoro: le nuove regole e il limite annuo 2017

10 Marzo 2017
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Un abbassamento del tetto annuo di importo dei Voucher dagli attuali 7.000 a 5.000 euro.

Si definiscono prestazioni di lavoro accessorio le “attività lavorative di natura meramente occasionale che non danno luogo a compensi superiori a 5.000 euro nel corso di un anno solare”.

Un drastico ridimensionamento dell’impiego dei buoni lavoro da parte delle aziende. 

Le nuove regole sull’ utilizzo dei voucher per le imprese senza dipendenti.

Per i voucher si introdurrà un limite annuo complessivo di utilizzo di 3.000 euro per famiglie e imprese senza dipendenti.

Per imprenditori con zero addetti e professionisti l’importo nominale di ogni buono lavoro sarà di 15 euro, rispetto ai 10 euro di costo per le famiglie. Resta confermato l’attuale tetto di 2.000 euro per ciascun committente.

Si conferma l’attuale impiego nell’ agricoltura (vendemmia e raccolte stagionali effettuate da pensionati o giovani con meno di 25 anni), introducendo limiti più stringenti per la Pubblica Amministrazione.

Il decreto correttivo al Jobs Act prevede la tracciabilità dei voucher. Gli imprenditori o i professionisti dovranno comunicare in via telematica almeno 60 minuti prima della prestazione, alla sede territoriale dell’ Ispettorato al Lavoro. Per l’utilizzo improprio del buono lavoro si applica una multa da 600 euro a 3.600 euro e la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

La proposta per il nuovo limite annuo.

Nel testo in elaborazione dai tecnici di palazzo Chigi e del ministero del Lavoro, l’attuale limite di compenso annuo di 7.000 euro di importo per il percettore di voucher verrà abbassato a 5.000 euro per le famiglie.

I buoni lavoro interessano solo alcune categorie: studenti, pensionati, disoccupati, disabili, soggetti in situazioni di disagio sociale ed extracomunitari con permesso di soggiorno e in stato di disoccupazione da oltre sei mesi.

Nessuna limitazione ai settori d’attività, fatta eccezione per le imprese che lavorano in situazioni a rischio sicurezza. Resta da capire se l’impostazione del testo della commissione Lavoro sarà condivisa dal governo, che potrebbe ricorrere a un decreto legge per accelerare i tempi.

«Mi sembra che il ministro Poletti sia in sintonia con la proposta della commissione – sostiene Damiano (PD) -, potrà marciare con un Dl o con il nostro Ddl. Quello che conta è il contenuto».

Non si esclude in un secondo tempo un intervento per rilanciare il lavoro intermittente (o a chiamata), introdotto dalla legge Biagi (per prestazioni a carattere discontinuo) fortemente ridimensionato dalla legge Fornero, che ha limitato lo strumento a soggetti fino a 24 anni, con prestazioni che devono terminare entro il 25esimo anno, od oltre i 55 anni.

I voucher sostituiscono il lavoro intermittente?

Il Jobs Act del governo Renzi ha vietato il ricorso al voucher nell’esecuzione di appalti di opere e servizi e successivamente, il decreto correttivo, ha introdotto la piena tracciabilità dei buoni, prevedendo multe salate per ogni violazione (da ottobre 2016).

Il risultato è che, dopo il boom iniziale, il ricorso ai voucher va stabilizzandosi e a gennaio, secondo l’Inps, sono stati venduti 8,9 milioni di buoni (+3,9% su gennaio 2016).

Fonte: Il sole 24 ore